Luigi Giannelli
Ed. Tecniche Nuove 2006
311 pagine
€ 29,90
Pur non essendo propriamente una novità libraria, volentieri ne riferiamo in questa rubrica, poiché si tratta di un testo prezioso per quegli astrologi che seguono la tradizione, ma al tempo stesso – come chi scrive – è ben lungi dal vantare una sia pur minima competenza intorno alla iatromatematica, ossia all’astrologia medica.
L’autore si tiene ben lontano dalla nostra disciplina; considera l’astrologia una mantica come tante altre, che rigetta in blocco, e dichiara che tra tutte essa è l’unica sopportabile, dato che comunque costituisce un riferimento per i Maestri del passato. Infatti tutto il testo si fonda sulla medicina rinveniente dal corpo ippocratico, ed in particolare ad autori quali Galeno, Dioscoride e la Scuola Salernitana (attiva dal VI sec. d:C.), fino ad arrivare al quasi contemporaneo P.A. Mattioli.
Nella prima parte l’esperto Giannelli – un’autorità nel suo campo, che va dalla fisiognomica all’erboristeria – descrive sinteticamente la dottrina medica ippocratica e le sue tecniche diagnostiche. Nella seconda, la più ampia, tratta delle terapìe applicate ai grandi apparati organici (dalle vie respiratorie al sistema cardiovascolare, dall’apparato renale a quello digestivo e così via). Interessantissima anche la terza parte, dove sono descritte le proprietà terapeutiche di 87 piante. Per ognuna, riferendosi soprattutto alla lezione di Galeno di Pergamo (mi raccomando, con la “P”: giusto per evitare che i dirigenti della Lega Nord ne rivendichino la padanità), Giannelli ne indica le qualità prime (Caldo, Freddo, Secco, Umido), e non infrequentemente la quantità (ad esempio l’aglio è Caldo e Secco al IV grado – il massimo –, il finocchio è Caldo al III grado e Secco al I, il lentisco equilibrato tra Caldo e Freddo, ed il Secco prevale sull’Umido). Inoltre, con utile reiteratività, ricorda quali sono i disturbi che cura e gli organi in cui svolge con efficacia la sua funzione.
Termina, questa terza parte, con una brevissima rassegna delle sostanze animali e minerali con proprietà terapeutiche.
L’autore chiude – il cielo gliene renda merito – con una utilissima bibliografia, in modo da indirizzare l’appassionato ed il neofita direttamente alle fonti, citando, lì dove possibile, l’ultima edizione pubblicata.
Tutto perfetto, dunque? Quasi. Personalmente avrei preferito una maggior cura redazionale. Visibilmente capitoli e paragrafi derivano perlopiù dalle sue lezioni e seminari, e forse anche trattati, precedenti, per cui il ricorso al famigerato “copia–incolla” è abbondante, senza che siano state limate difformità espositive e, tutto sommato, organiche all’unitarietà dell’opera. Per dirne una, proprio nella terza parte per alcune piante sono ben descritte quantità d’impiego e modi d’uso, per altre ci si limita ad una descrizione sommaria; così come nella seconda per alcune affezioni sono riportate le quantità di piante da miscelare tra loro e di come impiegarle, per altre no. E tuttavia se il lettore si ritrovasse nella mia stessa ignoranza in materia, come riferito all’inizio, il libro è utilissimo. Data anche la scarsità di questo tipo di testi sul mercato.
g.u.