Gabriele Vanin
Rheticus 2007
pagine 222
€ 12,00
Gabriele Vanin è uno dei più prestigiosi astrofili italiani. Uomo di vasta cultura sia scientifica che umanistica, coltiva da quasi quarant’anni un’insopprimibile quanto indistruttibile passione per l’astronomia, che ha riversato in 21 libri (finora) e una sterminata produzione di articoli e monografie varie. Tra i primi ricordo l’eccellente Astronomia viva! (ed. UAI 1999), l’istruttivo ed importante per noi astrologi I nomi delle stelle (ed. Orione 2004), il sorprendente e coltissimo Galileo astronomo (ed. DBS 2008). Per dire della stima che gode, alcuni dei suoi volumi sono stati tradotti in inglese per i lettori di USA e Canada, in francese ed in tedesco.
Invero non è mai corso buon sangue tra astrofili ed astrologi, ma noi qui in Almugea confessiamo una considerevole simpatia verso i primi, e chi scrive li preferisce, in via generale, ai secondi. In ogni caso uno come Vanin non può che suscitare simpatia, oltre che ammirazione, proprio per l’inesauribile opera di divulgazione culturale – a cominciare dalle scuole –, spesso, sin troppo spesso, pagata di tasca propria, senza contributi da parte delle pubbliche amministrazioni. Ma si sa: chi fa cultura è “antropologicamente diverso dagli altri”, essendo disinteressato e soprattutto generoso. Qualità che, sia detto di sfuggita, non apprezza chi dedicò la definizione virgolettata ai magistrati italiani.
Presentato l’autore, occupiamoci di questo suo piacevolissimo libro. Si tratta, una volta tanto, non di un testo didattico, ma di vere e proprie memorie sulle sue esperienze di osservatore della volta celeste, molto spesso – tra l’altro – eccellentemente fotografata. Ben scritto, talvolta anche divertente, riesce frequentemente a coinvolgere il lettore nella talvolta dura vita dell’astrofilo, in perenne ricerca di siti per una perlomeno decente visione del cielo. Impresa che diventa sempre più difficile con il trascorrere del tempo, a causa dell’intensificarsi di quella sciagura che si chiama inquinamento luminoso. Viviamo le ansie che precedono quasi sempre l’osservazione delle eclissi di Sole e di Luna, la caccia alle comete, agli sciami meteorici più spettacolari come quelli delle Perseidi e delle Leonidi, l’inseguimento delle aurore boreali, del cosiddetto deep sky, il cielo profondo, con le sue galassie, ammassi stellari, nebulose, novæ e supernovæ, la scoperta – eternamente stupefacente – della superficie della Luna, con i suoi oceani, mari, monti, crateri.
Non manca la cronaca, naturalmente sintetica, di un confronto pubblico tra un astronomo di prestigio ed un nostro collega, scomparso qualche anno fa’, avvenuto nell’aprile del 1991. Beh, l’esito non è che abbia provocato un recupero di credibilità alla nostra disciplina. E non mi pare che ciò sia dipeso dalla cattiva disposizione dell’uditorio. Vecchia questione, ahinoi, che qui tralasciamo.
Tra le molte sorprese di questo libro la scoperta dell’abilità di alpinista del nostro autore (peraltro indispensabile se si vuole, come riferito sopra, sottrarsi alle invadenti luci dei centri urbani), e la sua passione per le meridiane, che costruisce personalmente, siano esse meccaniche che a muro. L’eclettismo di Vanin è davvero fuori dal comune!
Insomma, a lettura ultimata vien la voglia di andarsi ad iscrivere al gruppo astrofili più vicino casa, e scatta incontrollabile l’invidia per coloro che abitano nei pressi di Feltre – dove Vanin vive e lotta –, che possono cogliere l’opportunità di frequentare lui ed il gruppo Rheticus, che ha fondato e che presiede.
Coloro che desiderassero acquistare il libro possono ordinarlo dal sito internet dell’autore (www.gabrielevanin.it) oppure tramite posta elettronica all’indirizzo: rheticus@libero.it.
Giancarlo Ufficiale